La Vena del Gesso romagnola

Grotte nel Gesso

Museo sul carsismo e la speleologia

nella Vena del Gesso romagnola

Nei pressi di Borgo Rivola, a poche decine di metri dal martoriato versante nord di Monte Tondo e con vista panoramica sull’ingresso della Grotta del Re Tiberio, si può visitare uno dei pochissimi musei al mondo dedicato ai fenomeni carsici nel gesso, con particolare riguardo, ovviamente, alle grotte della Vena del Gesso romagnola. L’augurio è che il museo sia utile a diffondere la conoscenza - critica e consapevole - di una splendida area carsica ancora oppressa da un pesantissimo problema ambientale, qual è la vicinissima e incombente cava di Monte Tondo.

Al recupero di una casa cantoniera in disuso voluto dall’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Romagna e dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, ha fatto seguito l’allestimento museale ad opera dello Speleo GAM Mezzano, con il supporto della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.

La struttura ospita anche un punto ristoro, nonché un ostello allestito sempre dallo SGAM.

Il museo si è valso del prezioso contributo di geologi, carsologi, biologi e geografi delle Università di Modena-Reggio Emilia e Bologna, paleontologi dell’Università di Firenze, archeologi delle Soprintendenze regionali, con i quali, del resto, la Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna già opera da alcuni decenni in stretta sinergia. Fondamentale è stata la documentazione, iconografica e testuale, frutto di decenni di frequentazione dell’area, nonché di esplorazioni e di studi sui fenomeni carsici nei gessi.

Il museo evita scientemente l’esposizione meramente estetica e fine a sé stessa di minerali, fossili e quant’altro non sia strettamente funzionale allo sviluppo di un percorso che ha inizio con la sala dedicata alla geodiversità cioè, in sostanza, alle particolarità geologiche della Vena del Gesso, per concludersi con una sala dedicata alla sua biodiversità.

E appunto i fenomeni carsici della Vena del Gesso offrono gli spunti multidisciplinari che sono sviluppati lungo il percorso museale: si va dalla genesi della Vena del Gesso per affrontare poi, via via, l’evoluzione delle sue grotte, l’idrologia sotterranea, i fossili e i pollini rinvenuti negli ambienti sotterranei, la fauna ipogea, con particolare riguardo agli invertebrati e ai chirotteri. Ampio spazio è poi dedicato all’interazione antropica: dalle frequentazioni protostoriche alle cave di lapis specularis; dagli studi e dalle esplorazioni dei gruppi speleologici alle distruttive modificazioni ambientali degli ultimi decenni.

Naturalmente una struttura museale deve essere in continua evoluzione: ci si augura perciò che, a seguito dei numerosi studi sul carsismo nei gessi regionali promossi dalla nostra Federazione Speleologica, parte dell’esposizione divenga presto obsoleta e “obblighi” a sempre nuovi aggiornamenti.

 

Una foto emblematica.

 

In alto a sinistra (cerchiata in giallo), la casa cantoniera, seminascosta dalla vegetazione, che ospita il museo sul carsismo e la speleologia, a confronto con la vasta ed incombente cava di gesso di Monte Tondo.

Nella foto è posizionato anche l’ingresso della Grotta del Re Tiberio, cavità di eccezionale interesse archeologico e speleologico e di conseguenza ben documentata nel museo. Come le altre grotte che si aprono nei pressi di Monte Tondo, è stata in gran parte distrutta dall’attività estrattiva.

Due modi inconciliabili di concepire l’ambiente della Vena del Gesso: come una straordinaria fonte di conoscenza da studiare, proteggere e documentare, oppure come risorsa da sfruttare e distruggere.

Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna              Speleo GAM Mezzano-RA