Giovanni Mornig - Grotte di Romagna

   

IL RISULTATO DELLE RICERCHE IDROLOGICHE

Nella zona carsica romagnola, le acque inghiottite dalle grotte, non hanno generalmente dei percorsi che superano i 2.000 m. Ho pensato così di poter adoperare, per la colorazione delle acque, anziché la fluoresceina, materia costosissima, della comune anilina rossa. il risultato fu lusinghiero ché della immissione nelle acque della materia colorante, in tredici grotte, solamente una diede risultato negativo.

Il procedimento è il seguente; supponendo che l'acqua inghiottita da una grotta sgorghi ad una data sorgente, si aspetta in questa l'acqua colorata. Naturalmente gli esperimenti richiedono tempo e pazienza. In queste mie esperienze ho avuto per collaboratori diversi contadini che tenevano conto del giorno e dell'ora in cui le acque uscivano colorate; il risultato è il seguente

Come si vede dallo specchietto il risultato è stato ottimo sotto tutti i rapporti. Le distanze dei corsi d'acqua sotterranei non superano (naturalmente in linea d'aria) i 2.000 metri; e la lentezza dell'acqua va ricercata forse nei forzati ristagni che essa deve fare giungendo in qualche bacino, ed è più probabile, a causa della pesantezza dell'anilina che tende a depositarsi.

Ad eccezione del Buco dei Sassatelli, che ha comunicazione con la Grotta dell'Elefante, e di questa, le cui acque sgorgano da una sorgente sita a breve distanza dalla Cà dei Sassatelli, e precisamente alla destra della strada provinciale Castelbolognese Palazzuolo, poco oltre Borgo Rivola, dell'Abisso Fantini, le cui acque escono dalla Sorgente delle Masiere, sotto il M. di Rontana, e della Grotta Benini le cui acque vedono la luce a breve distanza da essa, tutte le altre acque escono da grotte.

La zona idrologica più importante è quella di Cavulla. Sei grotte riversano le acque periodicamente e perennemente nella grotta G.di Martino, e la sorgente di questa, che sgorga a valle del Rio delle Solfatare è perenne, anche in periodi di grande siccità.

Circa il risultato negativo dei Buchi della Volpe, si possono formulare varie ipotesi. L'idea prima era che potesse alimentare periodicamente la sorgente "Baldina", sita a km.2 circa dalla grotta, in direzione Sud Est. Per parte mia, credo che le acque inghiottite da queste due grotte vadano perdendosi sotto il paese di Brisighella, imboccando forse qualche antico condotto d'acqua, perdendosi poi chissà dove.

E' cosa probabilissima questa, avvalorata anche dal fatto che, dopo forti acquazzoni, una antica fontana di Brisighella, che dà acqua non potabile, dia dell'acqua torbidissima.

 N.d.r. La grotta di G. Martino è sinonimo oggi caduto in disuso, della Tanaccia di Brisigbella    

 Grotta dove venne deposta l'anilina Risorgente Tempo impiegato Quantitativo
Buco III presso Castelnuovo Rio Cavinale ore 24 gr.300
Buco del Pianteto Rio Cavinale ore 18 gr.250
Buco presso i Sassatelli A Sorgente (isolata) ore 6 gr.100
Grotta dell'Elefante A Sorgente (isolata) ore 3 gr.100
Abisso Luigi Fantini Sorgente delle Masiere (dato errato, n.d.r.) ore 22  gr.300
Buco Brusi B Grotta G.di Martino ore 12 gr.100
Buco del Vernello B Grotta G.di Martino ore 11 gr.100
Buco Biagi B Grotta G.di Martino ore 10 gr.100
Grotta Rosa C Grotta G.di Martino ore 15 gr.100
Abisso Casella C Grotta G.di Martino ore 17 gr.100
Abisso Acquaviva C Grotta G.di Martino ore 14 gr.100
Grotta Benini Sorgente (isolata) ore 1,30 gr.3
Buchi della Volpe risultato negativo   gr.200

  (Le grotte segnate con lettere eguali hanno comunicazione tra loro)

Termino queste brevi note col ringraziate tutti coloro che mi furono compagni e che mi agevolarono il compito prefissomi, e con un incitamento agli appassionati di continuare le esplorazioni delle grotte romagnole che, oltre a dare maggior attrattiva al paese, racchiudono un patrimonio di bellezze e di studio.

C.G.

Maggio 1935

     

Speleo GAM Mezzano (RA)