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Regione Emilia Romagna; Assessorato Pianificazione e Ambiente, Collana naturalistica - La Vena del Gesso - 1974
  
Introduzione

Un'altra guida. Perché?

Umberto Bagnaresi Franco Ricci Lucchi Gian Battista Vai

Si disputa se i primi abitatori umani d'Italia siano quelli che ci hanno lasciato documenti nell'accampamento di Isernia, La Pineta, datato a circa 750.000 anni fa, oppure quelli dell'officina litica nel forlivese Monte Poggiolo, risalente addirittura forse a un milione di anni fa.

Qualcuno annuncia che i più antichi focolari d'Europa sono stati trovati nel Faentino, vecchi di quasi mezzo milione di anni.

C'è una gara aperta, che talora sconfina in guerra, ma poi si fa collaborativa, fra archeologi e geologi alla ricerca delle vestigia sempre più antiche dei nostri diretti antenati, sia a livello mondiale che nella prospettiva europea, nella quale l'Italia, dopo molti decenni ha ripreso a condurre la danza. Certo è che, a un qualche punto della loro evoluzione, almeno alcune decine di millenni orsono, i nostri antenati emiliani, e in particolare bolognesi e romagnoli, si accorsero della Vena del Gesso. Non tanto perché lì potevano trovare ricovero in tane, grotte e cavità, o localizzare ripostigli, oppure incontrare più facilmente le prede e cacciarle, tutti fatti possibili anche in altre condizioni di roccia e di vegetazione. Videro e furono attratti dalla Vena del Gesso forse perché la loro fantasia e la loro religiosità rimase colpita dai grandi cristalli traslucidi, riflettenti come specchi la luce accecante del sole e quella più tenue e misteriosa delle notti di plenilunio. Così si può spiegare agevolmente la concentrazione di reperti archeologici, paletnologici e ossei lungo l'intera Vena.

Basti ricordare per tutti la Grotta del Farneto nel Bolognese, la Grotta del Re Tiberio a Borgo Rivola nel Faentino o l'insediamento di Rineggio presso la Paradisa (questo toponimo evoca bene il concetto espresso sopra) a Borgo Tossignano nell'Imolese.

Negli ultimi anni si sta svolgendo quasi una gara pubblicistica nel fornire al mercato libri sempre più accattivanti sulla natura e la storia degli abitati e dei paesaggi a tutti i livelli. Fra questi libri, anche nella nostra regione, la palma spetta alle guide, di tutti i tipi e formati.

In particolare, se ci si limita alle strenne del Natale 1989, a Bologna ne figuravano almeno tre, dedicate allo stesso tema che stiamo per affrontare: i gessi.

Pericolo di duplicazione o, quanto meno, di ridondanza? Il pubblico sembra dire di no. Noi faremo del nostro meglio per assecondarlo. I coautori di questa guida sono geologi o esperti in altre discipline che della geologia hanno acquisito la specifica sensibilità in anni di comune frequentazione culturale e professionale. Già questo tipo interdisciplinare di approccio, di per sè, consentirà una diversità di prospettiva e di accenti, che potrà arricchire quanto altri, con ottica differente, hanno detto dei gessi.

Ma ciò non basta per sperare di scrivere qualcosa di nuovo e di interessante sui gessi di questa regione. Occorre che l'argomento in sè abbia elementi di richiamo.

Il grande pubblico ha già dimostrato di apprezzare l'aspetto paesaggistico, estetico e storico dei nostri Gessi. Noi riteniamo che ci siano ragioni precise per questo fascino fortunato, che evidentemente si è rinnovato e mantenuto nei secoli. Queste ragioni, in fondo, ci riconducono sempre alla specificità geologica dei nostri gessi.

Mettere in evidenza le emergenze palesi (a gruppi ristretti di specialisti), le potenzialità nascoste (ai più) e gli interessi storici e attuali dell'uomo che si colleghino direttamente o indirettamente alla geologia di questi gessi, arricchirà il quadro degli interessi culturali di chi dai gessi è già stato attratto per altri motivi.

Per questo parleremo di come, dove e perché i gessi si formano, dei fossili che contengono, del carsismo che ospitano, della vegetazione e delle colture che favoriscono, delle faune più esclusive che vi si insediano, del paesaggio che li caratterizza e della storia di cui sono testimoni e, talora, protagonisti. Ma anche delle vicende geologiche che ci possono raccontare, della grande crisi ambientale di cui sono stati la testimonianza più eloquente, dei rapporti che hanno con le salse (altra classica emergenza naturale di questa regione), e in definitiva, della funzione che hanno svolto in passato e di ciò a cui potranno servire in futuro.

Siamo grati alla Regione Emilia-Romagna per aver permesso questa monografia, che arricchisce la già numerosa serie di volumi volti a una migliore conoscenza e promozione dell'ambiente regionale.

I Coordinatori del volume

Umberto Bagnaresi

Franco Ricci Lucchi

Gían Battista Vai

Speleo GAM Mezzano (RA)