Regione Emilia Romagna; Assessorato Pianificazione e Ambiente, Collana naturalistica - La Vena del Gesso - 1974
   

ITINERARIO 4 - I GESSI DI ONFERNO

G.P. Costa

Se la Vena del Gesso costituisce l'affioramento di gesso selenitico messiniano più cospicuo e spettacolare in Romagna, altre emergenze gessose sono comunque presenti sul territorio romagnolo, tra i fiumi Montone e Conca (Figg. 48 e 49). In uno di questi affioramenti "minori", ma naturalisticamente e paesaggisticamente assai pregevoli, situato nell'entroterra riccionese in Comune di Gemmano, si apre la Grotta di Onferno (456 E/FO) (Fig. 50). Dall'estate 1989 la grotta è aperta al pubblico e a tutto il 1991 è stata visitata da oltre 40000 persone. Onferno è una sorta di tunnel naturale di facile accesso attraverso i due ingressi ed altrettanto agevolmente percorribile (in ciò unica in Emilia-Romagna). Per rendere visitabile la grotta è stato sufficiente tracciare un sentiero camminabile e mettere in opera un paio di scale metalliche. Ovviamente si tratta di una escursione semispeleologica: i "turisti" sono muniti di casco protettivo e forniti di torce elettriche. Alcuni punti luce interni vengono attivati temporaneamente dalle guide attraverso telecomando; ogni guida conduce di norma 12-14 visitatori. Il percorso turistico attuale prevede l'ingresso dal punto di risorgenza del torrentello che ha scavato la grotta, raggiungibile attraverso un suggestivo sentiero pedonale tracciato nel bosco della antica Pieve di Santa Colomba dell'Inferno (oggi ristrutturata e in parte ricostruita) e l'uscita, dopo circa 400 m di percorso sotterraneo, ai piedi della rupe di Onferno. La prima metà del sentiero ipogeo si sviluppa in una stretta galleria meandriforme, fra alte pareti sinuose, modellate e levigate dall'acqua nell'arco di migliaia di anni. Sono facilmente individuabili numerosi paleolivelli di scorrimento, marcati da concavità e/o convessità aggettanti.
In quanto a concrezioni calcaree, la Grotta di Onferno non costituisce un'eccezione rispetto alla generalità delle grotte nel gesso, povere di simili elementi decorativi. Alcune "colate" calcaree, per altro di un bel colore giallo, drappeggiano le pareti della cavità nei pochi punti di stillicidio di acque percolanti.
La seconda parte della grotta presenta una morfologia completamente diversa. Gli ambienti sono più ampi e immettono nella vasta Sala Quarina : qui il sentiero si dipana tra grossi massi di gesso, sotto imponenti forme mammellonari che "movimentano" il soffitto della sala. Due scale metalliche in successione permettono di salire senza problemi alla galleria di uscita, ad andamento sub-orizzontale. Si sbuca in superfice sotto l'incombente rupe, alta una quarantina di metri, sulla quale era edificato il Castello di Onferno. Una caverna che si apre nei pressi dell'uscita ospita un interessante impianto artigianale per la preparazione di gesso da presa, che fu attivo fino al secondo dopoguerra, consistente in due forni di cottura e in una macina in pietra che, imperniata al soffitto della spelonca veniva azionata da un asino: una tecnologia all'avanguardia... in epoca romana!!
L'intero affioramento gessoso di Onferno, nel quale si apre la grotta, si trova in posizione "alloctona", cioè poggia, a seguito di traslazioni di natura geologico-tettonica, su terreni sedimentari di deposizione più recente. Onferno dista una trentina di chilometri da Rimini e si raggiunge dal casello autostradale Rimini Sud seguendo in successione le indicazioni stradali di Pesaro, Coriano e Gemmano.

Bibliografia
Si veda ai capitoli precedenti, in particolare a quello sulla Geologia.

   

fig. 48 fig. 49 fig. 50    
            

fig. 48 - Stromatoliti algali gessificate con struttura a tee-pee (infatti ricorda l'intelaiatura della tenda indiana d'America), crinale tra Marecchia e Conca. (foto G.B. Vai)
fig. 49 - Gesso balatino in strati sottili nei pressi di Gemmano. (foto G. B. Vai)
fig. 50 - La massa alloctona del gesso selenitico di (inferno vista da S; sullo sfondo Gemmano. (foto G.B. Vai)

     

Speleo GAM Mezzano (RA)